C’ERA UNA VOLTA UN PANIFICIO

4A e 4B SP Baselga

È stato un salto nel passato quello che abbiamo potuto fare a Natale grazie alla mostra realizzata nella nostra scuola sugli ANTICHI MESTIERI, un viaggio in una vita ormai passata che sembra lontana e sbiadita ma in essa troviamo le radici della nostra comunità. Per questo abbiamo incontrato gli anziani della Casa “Il Rododendro” per raccogliere informazioni e ricordi sulle usanze di pane e polenta.
È così che abbiamo scoperto che il pane era pietanza della domenica, non si cucinava tutti i giorni, di solito si mangiava la polenta, e per risparmiare farina si preparava il pane di patate.
Il pane vecchio non si buttava mai, con il pane raffermo si potevano preparare la panada (minestra con pane e acqua bollito, un po’ di sale e burro), le sope (in una pastella di farina e latte si passava il pane e poi si friggeva). Si preparava anche la pinza de lat, fatta con farina, latte e un uovo; i fregoloti, fatti di farina, sale, acqua e un po’ di latte e il bro brusà: in una padella, con un po’ di burro, si metteva la farina e si faceva tostare lentamente mescolando fino a quando non prendeva un po’ di colore, poi si aggiungeva acqua e sale e si finiva di cuocere . Più avanti nel tempo poi si sono iniziati a fare gli gnocchi di pane, i canederli e il pan rostì.
Esistevano dei forni nelle frazioni che venivano gestiti a turno dalle famiglie dove di poteva cuocere il pane.
Per fare il pane si usava la farina bianca e la farina di segale, poiché il pane di segale si manteneva di più rispetto agli altri tipi di pane. In generale il pane veniva avvolto in uno straccio così da poterlo conservare più a lungo, anche se le famiglie erano numerose e il pane non arrivava a diventare vecchio.
Gli occhi dei nonni luccicavano e si commuovevano nel raccontare e cosí sono riaffiorati altri ricordi: “La polenta la me la feva la me mama nel parol de ram sula fornasela e el dí dopo se magnava polenta brustolada”.
Ad un certo punto uno degli anziani ci racconta che i suoi genitori gestivano un panificio lungo Corso Roma…il panificio “Novecento” che si trovava dove oggi si trova il negozio di abbigliamento Viliotti. Qui il pane veniva realizzato con farina, acqua, sale e lievito, impastato tutto a mano. Erano presenti altri panifici dove si poteva andare a comperare il pane, oltre a Baselga ce n’era uno a Miola e uno a Tressilla.
Ed è così che abbiamo deciso di invitare la signora Paola Avi, mamma di Alessandro attuale proprietario del panificio Anesi, per conoscere come è nata la sua attività.
Abbiamo scoperto che il panificio é il piú antico di Baselga ed ha preso vita grazie all’intraprendenza di una donna, la bisnonna Maddalena che nel 1890 decise di rimboccarsi le maniche e preparare il pane tutto a mano per venderlo, probabilmente le piaceva prepararlo e le veniva anche bene. All’inizio c’era solo pane bianco e di segale e bisognava alzarsi la notte per la lavorazione e la lievitazione. Con l’arrivo dei turisti il pane veniva acquistato anche dagli alberghi della zona e veniva portato fino a Brusago con il carro.
Sono subentrati poi il nonno e il papà di Alessandro che negli anni si sono ammodernati, utilizzando impastatrici e forni , prima a gasolio poi elettrici. Ora grazie ai forni di lievitazione non é necessario lavorare tutta la notte.
Nel panificio Anesi sono stati assunti negli anni molti dipendenti e molti ragazzi e ragazze hanno fatto lí la stagione estiva.
Il negozio é stato ristrutturato e nel 1960 é stata aperta una filiale anche in via Cesare Battisti.
Anche il pane é cambiato, dalla ricetta originale della bisnonna sono stati aggiunti nuovi formati, nuove farine, dalle bine di pane bianco e di segale e ai panini all’uva si sono aggiunte nuova varietà di pane integrale e nuove ricette.
Infine per concludere il nostro viaggio abbiamo chiesto ad alcuni nostri compagni che vengono da altri paesi qualche ricetta di pane tipico. Abbiamo visto così ricette che arrivavano dell’Ucraina, dalla Romania, dalla Repubblica Ceca, dal Pakistan, dal Portogallo e per concludere in bellezza abbiamo cucinato un pane macedone grazie all’aiuto di due mamme.
È stato un lungo viaggio che ci ha fatto riflettere su quanto sono cambiate le nostre abitudini e su quanto anche noi possiamo imparare dal passato per vivere le nostre risorse e i beni che disponiamo con maggiore consapevolezza!
Un grazie di cuore a tutti coloro che hanno collaborato con noi.

Alunne e alunni 4A 4B